LABORATORIO DI PROGETTO 3 A - L

Anno accademico 2016/2017 - 3° anno
Docenti Crediti: 18
SSD
  • ICAR/14 - COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
  • ICAR/21 - URBANISTICA
Organizzazione didattica: 450 ore d'impegno totale, 450 di studio individuale
Semestre:
ENGLISH VERSION

Obiettivi formativi

  • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

    L’approfondimento e l’esercizio della capacità di ragionamento sulla città attuale, attraverso lo strumento del progetto urbano, costituiscono gli obiettivi primari del corso. Individuare e rappresentare le condizioni di conflittualità caratteristiche dell’insediamento urbano contemporaneo, sviluppare ed elaborare un’idea di trasformazione compatibile sono le due principali cornici di lavoro attraverso cui si articolerà l’attività del laboratorio. La localizzazione, la scala ed il programma del progetto costituiranno occasione specifica di riflessione su temi e sulle modalità della modificazione dell’ambiente costruito.

  • PROGETTAZIONE URBANA

    La finalità del laboratorio è quella di guidare lo studente alla comprensione e alla pratica del progetto urbano. Dopo una preparazione di base sui fondamenti attraverso lezioni ed esercizi elementari, già dalla fine del primo semestre e per l’intero secondo semestre si elaborerà un progetto finale che, a partire dalle ipotesi prima illustrate, proponga una strategia, definisca alcuni scenari, e gli elementi di una concettualizzazione coerente sviluppando azioni progettuali misurate e tecnicamente controllate.

    Per strategia si intende la predisposizione di alcune mosse tra di loro interrelate anche appartenenti a piani di riflessione differenti; per scenario si intende la formulazione di ipotesi sulle trasformazioni future e sulle loro possibili conseguenze; per concettualizzazione si intende uno sforzo di astrazione che uscendo da una logica di “problem solving” valuti le implicazioni generali delle questioni affrontate; per azioni progettuali si intende la rappresentazione in scala adeguata di interventi che modificano lo stato fisico dei luoghi.

    Strategia, scenari, concettualizzazioni e azioni non sono da intendersi come operazioni allineate entro un processo deduttivo: anche se può essere utile interrogarsi su alcuni possibili scenari prima di progettare azioni specifiche, le diverse operazioni mantengono una notevole indipendenza, pur valutando le relazioni che si stabiliscono tra le diverse operazioni ed ipotesi; ciascuna di esse richiede di scegliere entro tipi diversi di descrizioni e di ricognizioni, entro differenti forme di rappresentazione e l’utilizzo di scale differenti: nel loro insieme queste operazioni costituiscono il progetto urbano.


Prerequisiti richiesti

  • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

    Lo studente deve aver sostenuto con esito positivo il Laboratorio di progetto 2

  • PROGETTAZIONE URBANA

    Aver frequentato il corso di Fondamenti di Urbanistica.

    Aver frequentato e sostenuto l’esame del Laboratorio di Progetto 2


Frequenza lezioni

  • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

    Per essere ammessi a sostenere la prova d'esame è necessario aver frequentato il 70% delle lezioni del corso.

  • PROGETTAZIONE URBANA

    Al fine dell’accesso all’esame finale del Laboratorio di Progetto 3 corso A-L è necessario acquisire la frequenza ad almeno il 70% delle lezioni dei singoli moduli.


Contenuti del corso

  • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

    Rispondere alle molteplici richieste della committenza è il principale compito cui l’architetto è chiamato. Le specificità e le contingenze del programma richiamano l’esercizio della progettazione ad una realistica, complessa e attenta risposta. E’ pertanto necessario, ai fini di una corretta esercitazione progettuale, definire temi e programmi in modo concreto. Di grande attualità sono le tematiche legate alla riconversione di aree urbane dismesse in relazione, in particolare, alla localizzazione di residenza e terziario.

    Il corso si articolerà nelle seguenti fasi

    Fase 1- Il Masterplan. Rappresentazione dell’idea di trasformazione

    Obiettivo: individuare e rappresentare i nodi problematici dell’area di progetto e definire le corrispondenti strategie di trasformazione prefigurabili.

    Elaborati grafici: n. 1 tavola formato A0 con planimetrie e sezioni, schemi, ideogrammi, schizzi. Scale grafiche da 1:5000 a 1:1000.

     

    Fase 2 – Il progetto urbano. Rappresentazione delle azioni di modificazione del tessuto urbano

    Obiettivi: definire e rappresentare ipotesi di progetto che forniscano risposte adeguate alle problematicità precedentemente individuate. Nuovo assetto della viabilità e del sistema di collegamenti e connessioni, nuova configurazione dello spazio pubblico in relazione alla localizzazione di residenza, servizi e attività commerciali, strategie di completamento e/o diradamento del costruito.

    Elaborati grafici: n. 1 tavola A0 che descrivano i principali passaggi di scala – cui corrispondono specifici ragionamenti – dal concept (masterplan) al progetto urbano. Si richiedono planimetrie, sezioni, planovolumetrici - e qualsiasi elaborato concettuale - che descrivano il processo del ragionamento. Scale grafiche: 1.1000, 1:500, 1:200. Collage e fotomontaggi, raccolti in un abaco, possono contribuire a precisare alcune pre-visioni di progetto.

    Modello scala 1:500 o 1:1000.

     

    Fase 3 – La ‘macchina’ urbana. Rappresentazione del ruolo strategico di un singolo elemento del processo di trasformazione urbana

    Obbiettivo: definire e rappresentare almeno uno degli elementi di progetto che partecipa strategicamente del processo di trasformazione precedentemente prefigurato, illustrandone le specifiche forme e funzioni in relazione alla modificazione del tessuto urbano proposta.

    Elaborati grafici: n. 2 tavole A0 con piante, sezioni, prospetti, viste e una sezione rappresentativa in scala 1:50 corredata da un abaco di dettagli costruttivi.

    Scale grafiche: 1: 200, 1:100, 1:50, 1:10

    Modello scala 1:100 o 1:50 (parziale)

     

    Totale elaborati da consegnare: n. 4 tavole A0 e n. 2 modelli.

  • PROGETTAZIONE URBANA

    INST_ABILITY: PARADIGMI DELLA RESILIENZA E PROGETTO. Un progetto di riconversione per il territorio tra Siracusa e Augusta

    TEMA DEL CORSO

    Il territorio compreso tra Siracusa e Augusta si configura come un palinsesto complesso, esito della stratificazione fisica e temporale di ‘fatti’ archeologici, urbani e industriali. Se nella seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso notevoli investimenti industriali ne hanno fortemente alterato il paesaggio e più recentemente le nuove ritualità del commercio ne hanno ridisegnato la configurazione spaziale della rete commerciale, l’attuale grave crisi economica stanno innescando crescenti fenomeni di deindustrializzazione, che determinano un momento di transizione tra un abbandono apparente e il tentativo di trovare nuove strategie produttive. Questa nuova configurazione del territorio è ben lontana da quella visione globale, unitaria e innovativa del dipolo urbano Siracusa-Augusta immaginato nel 1952 da Vincenzo Cabianca in occasione della redazione del piano-concorso per la città di Siracusa, nel quale i due centri urbani definivano i contorni di un territorio in cui attività industriali e valori archeologici e paesaggistici interagivano sinergicamente. La frammentazione amministrativa del territorio, lo slittamento economico-culturale del modello di sviluppo, la distorsione della geografia umana e l’alterazione della struttura sociale hanno affastellato contraddizioni e costruito conflitti restituendoci un territorio di mezzo risultato di logiche e scelte che rispondono a logiche globali e per niente a opportunità locali. Lo studio vuole recuperare l’iniziale visione di città-territorio proposta da Cabianca risignificando i frammenti del paesaggio agricolo, i resti archeologici e le periferie urbane quale fattori determinanti di una possibile sperimentazione di pratiche per sviluppare una nuova visione della “forma della città”.

    Si propone, quindi, di indagare questa realtà urbano-industriale al fine di elaborare strategie e progetti che, partendo dalla centralità dei valori archeologici e paesaggistici presenti, possano definire un modello contemporaneo di urbanità sviluppando proposte e progetti urbanistici per il riuso degli insediamenti commerciali e industriali dismessi, la valorizzazione dei siti archeologici, la riappropriazione del rapporto con il mare, la riconfigurazione del sistema infrastrutturale e l’introduzione di modelli sostenibili di produzione agricola e industriale.

    CORSO

    Il corso si svilupperà attraverso lezioni ex cathedra, esperienze dirette, incontri, viaggi, seminari, workshops.
    Le lezioni riguarderanno il grado zero dell’urbanistica, gli strumenti del progetto urbanistico e di paesaggio, le questioni urgenti relative alle trasformazioni territoriali contemporanee.
    Le tematiche saranno esplorate attraverso il confronto di diversi enunciati teorici, la presentazione di esempi significativi, il lavoro svolto in aula.

    VIAGGIO STUDIO

    Si terrà un viaggio di studio per fare esperienza diretta degli interventi di riqualificazione urbana contemporanei maggiormente significativi. La meta prevista del viaggio studio che si terrà nel mese di marzo 2016.

    WORKSHOP
    Per facilitare il completamento del progetto è previsto un workshop finale di una settimana.

     

    PROGRAMMA DELLE LEZIONI

    1. PRINCIPI INSEDIATIVI E FORMA URBANA

    L’insediamento è l’atto fondativo della città. Secondo quali regole una città si insedia e definisce un proprio disegno? Se la geometria ci aiuta nella lettura di alcuni contesti insediativi in altri è necessario esplorare altri codici interpretativi.


    2. TESSUTO URBANO 1 – ISOLATO

    Dalla relazione tra suddivisione fondiaria e costruito nasce la nozione di isolato quale elemento costitutivo del tessuto urbano. In che modo la nozione di isolato ha attraversato il XX secolo disegnando il territorio urbano?


    3. TESSUTO URBANO 2 – STRADA

    La strada quale spazio pubblico primigenio definisce l’isolato urbano e costituisce la matrice del territorio divenendo supporto dei processi di urbanizzazione. In che modo le infrastrutture di mobilità concorrono al disegno della qualità urbana?


    4. COSTRUIRE CON IL TEMPO

    La lunga durata delle trasformazioni urbane impone una riflessione sulla modalità attraverso cui il progetto urbano si attua nel tempo. L’individuazione di scenari, la suddivisione operativa, l’attivazione delle funzioni urbane e la gestione dei processi diventano elementi intrinseci, e non più accessori, al processo progettuale.


    5. INFORMALE VS FORMALE

    La contrapposizione tra formale e informale è ben lungi dall’essere una questione puramente estetica. La costruzione del tessuto urbano al di fuori delle regole insite nel piano urbanistico e in assenza di un progetto, l’appropriazione informale dello spazio indipendentemente dalla funzioni per il quale è stato pensato ci permette di riflettere sulla (in)capacità della regola di produrre tessuto urbano.


    6. PUBBLICO VS PRIVATO 1 – SPAZI INTERMEDIARI

    Come tra il bianco e il nero esiste una infinita gamma di grigi anche tra lo spazio pubblico e lo spazio privato esiste una gamma di spazi intermediari che inconsciamente ci accompagnano, qualificando la transizione. Comprenderne le qualità spaziali ci aiuterà a progettare le relazioni urbane tra pubblico e privato.


    7. PUBBLICO VS PRIVATO 2 – COSA, DOVE, CHI, COME, QUANDO.

    Definire attori, ruoli, regole e strumenti è presupposto dell’operare urbano. In un momento di crisi economica come quello attuale, in che modo bisogna porsi il problema della fattibilità e della gestione del progetto urbano.


    8. DIVERSITÀ/MIXITÉ

    Come le grandi operazioni di sistemazione urbana si sviluppano oggigiorno? L’ipotesi è che, da più di un decennio, l’accento è posto sulla diversità e la mixité programmatica e sociale. Ne risulta una ricerca di forme urbane particolari. Il seminario descriverà delle mutazioni che portano anche a un nuovo posizionamento degli attori: architetti e urbanisti, città e collettività pubbliche, committenti pubblici e privati.


    9. LA POROSITÀ DEI TERRITORI URBANI

    La lettura della complessità urbana attraverso l’interpretazione della sua consistenza fisica è una modalità convenzionale di comprensione dei territori urbani. Uno dei parametri che ci permettono di superare la tradizionale contrapposizione tra vuoti e pieni è certamente la nozione di porosità che mutuata dall’ambiente scientifico può diventare strumento interpretativo della realtà che ci circonda.

    10. USI/FUNZIONI – SOVRAPPOSIZIONE SPAZIALI E TEMPORALI

    L’appropriazione dello spazio nasce con l’uso che la collettivtà fa dei luoghi, attraverso un processo di riconoscimento del ruolo e dell’indentità che detti spazi assurgono nel contesto urbano. Attraverso quali processi il progetto urbano struttura la sovrapposizione di usi e funzioni nel tempo e nello spazio?


    11. PROGRAMMA/PIANO/PROGETTO/NORMA

    Da oltre tre decenni si sta sempre più affermando la consapevolezza che la struttura urbanistica gerarchica mal si presta a governare le trasformazioni urbanistiche. In che modo l’introduzione di nuove processualità, di approcci non convenzionali e di strumenti più flessibili, che mirano non più a pianificare ma bensì a governare le trasformazioni territoriali, possono ridefinire il ruolo che programma, piano, progetto e norma hanno nella progettazione della città?


    12. IL SUD-EST DI PARIGI 1983-2006. IL PLAN PROGRAMME DE L’EST DE PARIS

    Il Plan Programme de l’Est de Paris è un documento-quadro destinato a prevedere, organizzare, coordinare l’insieme degli interventi che la città si propone di perseguire. L’intervento sulla città esistente è vasto, diffuso, capillare, eterogeneo, e per tale ragione aperto all’innovazione ma radicato nelle tracce e nell’identità di Parigi. Esso non sventra ma dirada, demolisce puntualmente e non sistematicamente, parte dallo spazio pubblico per realizzare lo spazio privato, costruisce la città a partire dalle relazioni tra spazio costruito e non, gestisce i processi di trasformazione in simbiosi tra pubblico e privato, progetta la città esistente a partire dai suoi sistemi e dalle sue reti.


    13. IL SUD-EST DI PARIGI 1983-2006. UN PROGETTO URBANO PER BERCY

    Bercy rappresenta all’interno del Plan Programme de l’Est de Paris un caso esemplare per comprendere se sia possibile, e in tal caso in che modo, pianificare, progettare e realizzare nuovi pezzi di città contemporanea all’interno della città esistente. In particolare questo caso-studio ci aiutare a capire che realizzare un quartiere vuol dire definire un luogo con una propria identità, con funzioni proprie e coerenti, con un proprio posto all’interno della città e non semplicemente un insieme di operazioni immobiliari poste l’una accanto all’altra.


    14. IL SUD-EST DI PARIGI 1983-2006. LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI UNA INFRASTRUTTURA FERROVIARIA: IL CASO DI REUILLY

    Le infrastrutture ferroviarie rappresentano degli elementi di primaria importanza all’interno delle politiche di riqualificazione urbana di ogni città. Da una parte la notevole velocità con la quale la città cresce e si amplia e dall’altra le nuove esigenze di una moderna e funzionale infrastruttura di trasporto, rendono inadeguati i sistemi infrastrutturali più vetusti. La perdita di funzione di tali luoghi pone in essere una riflessione sul riuso in termini urbani di questi luoghi che per decenni erano rimasti a causa della loro funzione luoghi marginali della città.

    Queste nuove opportunità rappresentano l’occasione per intere parti di città di riqualificare interi brani di città consolidata.


    15. IL SUD-EST DI PARIGI 1983-2006. LA ZAC PARIS RIVE GAUCHE - NUOVE SPERIMENTAZIONI URBANE A PARIGI

    Parlare del repertorio formale che si materializza tra l'estremo della città fondata sulla strada corridoio e della città esplosa implica una riflessione attenta tra due modelli insediativi quello che fa capo alla definizione di un isolato chiaro, definito e circoscritto e quello in cui l’isolato si dissolve e scompare.
    Christian de Portzamparc, in alcuni suoi progetti, apre alla sperimentazione urbana di un nuovo repertorio formale che trovandosi in un contesto urbano in cui prevale il repertorio formale della strada-corridoio e dell’isolato chiuso, sonda nuove piste nella definizione dei tessuti urbani.


Testi di riferimento

  • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

    Monestiroli A., L’architettura della realtà, U. Allemandi, Torino 1999

     

    Secchi B., La città del ventesimo secolo, Laterza, Roma-Bari 2005

     

    A.A.V.V., L’altra urbanistica, «Lotus International» n. 64, 1989

     

    A.A.V.V., Paris, «Lotus International» n. 84, 1995

     

    A.A.V.V., Parco André Citroèn, La terra incolta, «Lotus International» n. 87, 1995

     

    A.A.V.V., Amsterdam, «Area» n. 60, 2002

     

    A.A.V.V., Itinerario contemporaneo: Barcellona; Barcellona verso il 2004: i nuovi progetti; Progetti per il litorale Besòs a Barcellona, in «Area» n. 63, 2003

     

    A.A.V.V., Berlino, «Area» n. 66, 2003

     

    A.A.V.V., Londra, «Area» n. 72, 2004

     

    A.A.V.V., Critical Barcelona, «Area» n. 90, 2007

  • PROGETTAZIONE URBANA

    Nella convinzione della necessità di superare il concetto di “libro di testo” e in considerazione dei temi trattati dal corso si indicano i seguenti testi quale orizzonte culturale di riferimento:

    Bibliografia essenziale

    1. A. CORBOZ, Saggi sull’arte, il metodo, la città e il territorio, a cura di P. Vigano, Franco Angeli, Milano, 1998
    2. A. CORBOZ, L’urbanistica del XX secolo: un bilancio, in “Urbanistica”, n. 101, 1990
    3. G. DATO (a cura di), Da Beirut a Noto. Patrimonio archeologico e pianificazione urbanistica. Studi e ricerche nei paesi del Mediterraneo, Biblioteca del Cenide, Cannitello (RC), 2005
    4. R. KOOLHAAS, Junkspace. Per un ripensamento radicale dello spazio urbano, Quodlibet, Macerata, 1999.
    5. P. LA GRECA, Interventi nella città consolidata: casi francesi e italiani a confronto. Documenti del DAU n. 14, Gangemi Editore, Roma, 1996.
    6. K. LYNCH, Progettare la città. Milano, Etaslibri, 1990
    7. S. MUNARIN, V. MARTELLIANO (a cura di), Spazi, storie e soggetti del welfare. Sul ruolo delle politiche del welfare state nella costruzione della città, Gangemi Editore, Roma, 2012.
    8. F. C. NIGRELLI, Percorsi del Progetto urbano in Francia e in Italia 1960-1997, Officina Edizioni, Roma, 1999.
    9. Ph. PANERAI, Isolato urbano e città contemporanea, CittàStudi, Milano, 1981
    10. B. SECCHI, Un progetto per l’Urbanistica, Einaudi Editore, Roma-Bari, 1989
    11. B. SECCHI, Prima lezione di Urbanistica, Laterza, Roma-Bari, 2000
    12. B. SECCHI, La città del ventesimo secolo, Laterza, Roma-Bari, 2005
    13. P. VIGANO, La città elementare, Skira, Milano 1999

    Bibliografia di approfondimento

    1. G. CLEMENT, Manifesto del terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005
    2. G. DATO, Aspetti della marginalità urbana nei paesi in via di sviluppo. Il caso di Alessandria d’Egitto, Biblioteca del Cenide, Cannitello, 2003.
    3. H. KUSTER, Piccola storia del paesaggio, Donzelli, Roma 2010.
    4. P. NICOLIN, F. REPISHTI, Dizionario dei nuovi paesaggisti, Skira, Milano 2003.
    5. A. ROGER, Breve trattato sul paesaggio, Sellerio, Palermo 2009.

Verifica dell'apprendimento

Modalità di verifica dell'apprendimento

  • COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

    La prova d’esame si articolerà in un colloquio sui temi trattati nel corso e in una discussione sugli elaborati di progetto. In relazione alle fasi di progettazione, è prevista la consegna di 4 tavole A0 e 2 modelli.

  • PROGETTAZIONE URBANA

    L’esame consiste nei seguenti punti:

    1. Allestimento di una mostra con tutti i materiali elaborati durante il corso;

    2. Illustrazione ad un visiting professor esterno degli elaborati grafici e delle tematiche generali affrontate durante l’anno: esercizi brevi individuali svolti in aula e progetto finale;

    3. Prova orale sugli argomenti trattati nelle lezioni.